
(28/08/2009) Il Giornale riporta stralci di un’informativa riguardante la querela ai danni di Dino Boffo, direttore dell’Avvenire. Avrebbe intimidito la moglie di un uomo con il quale aveva instaurato da tempo relazioni omosessuali.
''In merito alle accuse sollevate oggi da un quotidiano, si intende confermare piena fiducia al dott. Dino Boffo, direttore di Avvenire, giornale da lui guidato con indiscussa capacita' professionale, equilibrio e prudenza''.Lo scrive in un comunicato la Conferenza Episcopale Italiana, in risposta all'articolo pubblicato oggi dal Giornale, che riferisce come Boffo abbia patteggiato a Terni una condanna per molestie.
“Articolo 660 del Codice penale, molestia alle persone. Condanna originata da più comportamenti posti in essere dal dottor Dino Boffo dall’ottobre del 2001 al gennaio 2002, mese quest’ultimo nel quale, a seguito di intercettazioni telefoniche disposte dall’autorità giudiziaria, si è constatato il reato”. Sono queste le parole che accompagnano la nota informativa che rinvia a giudizio Dino Boffo, direttore dell’Avvenire, da sempre chiamato dall’opinione pubblica ‘grande moralizzatore’; rinvio disposto dal Gip del Tribunale di Terni il 9 agosto del 2004.
Il Giornale, con il suo direttore Vittorio Feltri, in possesso di copia di quei documenti, ha deciso di divulgare una notizia che vede come protagonista un uomo, a detta del Giornale, ‘di non proprio specchiata moralità’. L’informativa dice che “Boffo è stato a suo tempo querelato da una signora di Terni destinataria di telefonate sconce e offensive e di pedinamenti volti a intimidirla, onde lasciasse libero il marito con il quale il Boffo, noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni, aveva una relazione. Rinviato a giudizio il Boffo chiedeva il patteggiamento e, in data 7 settembre del 2004, pagava un’ammenda di 516 euro, alternativa ai sei mesi di reclusione. Precedentemente il Boffo aveva tacitato con un notevole risarcimento finanziario la parte offesa che, per questo motivo, aveva ritirato la querela”.
Bella gatta da pelare per il direttore 57enne, responsabile tra l’altro anche della sezione giornalistica di Sat2000, network cattolico degli italiani del mondo, e membro del comitato permanente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori. E fa ancora più scandalo la parte di informativa che racconta come “delle debolezze ricorrenti di Boffo, sono indubbiamente a conoscenza il cardinale Camillo Ruini, il cardinale Dionigi Tettamanzi e monsignor Giuseppe Betori”.
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Il Giornale, con il suo direttore Vittorio Feltri, in possesso di copia di quei documenti, ha deciso di divulgare una notizia che vede come protagonista un uomo, a detta del Giornale, ‘di non proprio specchiata moralità’. L’informativa dice che “Boffo è stato a suo tempo querelato da una signora di Terni destinataria di telefonate sconce e offensive e di pedinamenti volti a intimidirla, onde lasciasse libero il marito con il quale il Boffo, noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni, aveva una relazione. Rinviato a giudizio il Boffo chiedeva il patteggiamento e, in data 7 settembre del 2004, pagava un’ammenda di 516 euro, alternativa ai sei mesi di reclusione. Precedentemente il Boffo aveva tacitato con un notevole risarcimento finanziario la parte offesa che, per questo motivo, aveva ritirato la querela”.
Bella gatta da pelare per il direttore 57enne, responsabile tra l’altro anche della sezione giornalistica di Sat2000, network cattolico degli italiani del mondo, e membro del comitato permanente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori. E fa ancora più scandalo la parte di informativa che racconta come “delle debolezze ricorrenti di Boffo, sono indubbiamente a conoscenza il cardinale Camillo Ruini, il cardinale Dionigi Tettamanzi e monsignor Giuseppe Betori”.
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