mercoledì 2 dicembre 2009

Chiesa: gay, lesbiche, trans all'inferno

L'Arcivescovo Caffarra e il Cardinale Lozano Barragan contro la comunità lgbt: sono diversi e così vanno trattati.

Mentre la comunità lgbt italiana si destreggia tra campagne contro l'omofobia strutturate male (leggi qui e qui), diritti civili e violenze omofobe continue, la Chiesa alza la voce e si fa sentire.
Prima l'Arcivescovo di Bologna Caffarra dichiara pubblicamente che non bisogna trattare i gay come tutti gli altri rispetto ai diritti riconosciuti alle coppie eterosessuali. Soprattuto ha definito il progetto di legge della Regione EmilaRomagna che equipara la famiglia e le unioni di fatto nell’accesso ai servizi sociali, un progetto devastante. Per l'Arcivescovo infatti la legge avrebbe effetti devastanti sul tessuto sociale e sarebbe un attentato alle clausole fondamentali del patto di cittadinanza.
Poi arrivano le considerazioni del cardinale messicano Javier Lozano Barragan, che sul sito www.pontifex.roma.it si scaglia prima contro la RU486 e poi contro gay e trans chenon potranno mai entrare nel Regno dei Cieli.

Il presidente emerito del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, Pastorale per la salute, insiste poi nell’affermare che non si nasce omosessuali, che la causadel proprio orientamento sessuale la si deve cercare nell’educazione, in un mancato sviluppo dell’adolescenza.


Si può pertanto anche esser incolpevoli, ma poichè gay e trans agiscono contro la dignità del corpo, certamente non andranno in paradiso, perché andare contro natura offende Dio.
E davanti a queste affermazioni non può stupire la pungente reazione di Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay Nazionale, che dice: "Che sollievo cardinale! Fino a ieri pensavamo di dovervi ritrovare, una volta passati a miglior vita, nell’aldilà, ancora con i vostri proclami accusatori e le vostre ridicole teorie sulla sessualità e la dignità delle persone."


lunedì 30 novembre 2009

Aids: le colpe della Chiesa


Il Papa: "la Chiesa combatte l'Aids". Replica di Sergio Rovasio: le uniche armi contro il virus sono il preservativo e l'informazione.

Di seguito si riporta la dichiarazione di Sergio Rovasio, Segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti in merito all'affermazione di Papa Benedetto XVI sui presunti merito della Chiesa nella lotta all'Aids.

"Quello che ha detto oggi il Papa in occasione della giornata mondiale contro l’Aids ha dell’incredibile. Non comprendiamo come sia possibile sostenere che ‘la chiesa non cessa di prodigarsi per combattere l’Aids’ quando lo stesso Papa, in occasione del suo viaggio in Africa nel marzo 2009, ebbe a dire che “l’Aids non si può superare con la distribuzione dei preservativi che al contrario aumentano il problema”. Tesi antiscientifica, ispirata al credo religioso e che semmai avrà di già aggravato una situazione di emergenza della malattia che ha ucciso in Africa dai primi anni ’80 ad oggi più di 25 milioni di persone, principalmente nella zona sub-sahariana. Sono almeno 22,5 milioni le persone che vivono contagiate dal virus HIV in quella zona. Quasi nessuno in Italia avrà il coraggio di sottolineare questa grave contraddizione vaticana che si riverbera sulla nostra classe politica con conseguenze disastrose nella società. La totale mancanza di informazione ed educazione sessuale, così come la mancata pronuncia della parola ‘preservativo’ nelle tv e nelle scuole italiane, dimostra la miseria e la studipidità che ci circonda e che permette al virus dell’Aids di diffondersi.

E’ forse bene ricordare che in Italia ci sono tra le 150 e le 180.000 persone sieropositive, 22.000 persone con Aids conclamato e che fino ad oggi sono morte per il virus quasi 35.000 persone. Ovviamente non è in corso nessuna campagna nazionale sul preservativo, l’unico strumento che oltre all’informazione combatte quasi al 100% il virus. Ci auguriamo che prima o poi venga “quantificato” il danno prodotto da proclami e tesi antiscientifiche, ispirate da un credo religioso, che alimentano la diffusione del virus dell’Aids in Africa e nel mondo. Altro che lotta all’Aids. E’ bene ricordare tutto questo in occasione della giornata mondiale della lotta contro l’Aids, giusto per non essere complici dell’ipocrisia che sembra essere diventata la vera bibbia nel nostro paese”.