sabato 5 settembre 2009

ROBBIE WILLIAMS - BODIES (Official Video - 30s clip)

Non ci sono parole!!!!

ROBBIE WILLIAMS - BODIES (Official Video - 30s clipROBBIE WILLIAMS - BODIES (Official Video - 30s clip)

Madonna - Live in Tel Aviv (Sticky & Sweet Tour - Israël - September 1st 2009)

2 settembre 2009 - Al via le riprese di 'Sex and the city 2': Sarah 'Carrie' Jessica Parker sul set ed in una scena con Chris 'Mr Big' Noth. Per la cr

4 settembre 2009 - A 70 giorni dalla sua morte Michael Jackson finalmente riposa in pace, in una bara dorata, nel cimitero di Forest Lawn a Los Angele

Zingaretti testimonial del film che celebra il romanticismo gay


Di scena alle Giornate degli autori "L'amore e basta" di Stefano Consiglio Nove coppie omosex raccontano le loro relazioni. Tutte all'insegna della solidità


VENEZIA - Ha voluto metterci la faccia, Luca Zingaretti, in uno dei film più delicati, più veri, di scena qui alla Mostra: si chiama "L'amore e basta", è diretto da Stefano Consiglio, e racconta l'incontro, la vita quotidiana, il sentimento che unisce nove coppie. Italiane, francesi, tedesche spagnole. Persone che hanno deciso di condividere l'esistenza, di mettere su casa, di diventare una famiglia. E tutte, rigorosamente, omosessuali. Un tema, quello del diritto dei gay ad amarsi e a vivere in pace le loro relazioni, tornato di prepotenza d'attualità, dopo le recenti aggressioni. Ecco perché, al di là della confezione raffinata - i vari episodi del film sono intervallati da cartoni animati di Ursula Ferrara, ci sono belle musiche originali di Rocco Di Rosa - la pellicola è destinata a diventare qualcosa di più. Col suo mostrare la normalità, la tenacia, l'affetto profondo che lega le coppie, solo maschili o solo femminili, che forniscono la loro testimonianza sullo schermo. E in quest'ottica anche la presenza di Zingaretti, sia nel film che qui al Lido, diviene cruciale: se a veicolare il messaggio è uno dei volti più celebri dello showbiz nostrano, l'eterno commissario Montalbano, il risultato è più efficace. Ed eccolo, Zingaretti, in una Venezia più afosa che mai: ospite della Giornate degli autori - la pellicola è di scena in questa sezione parallela, e sempre interessante, della Mostra - si sottopone volentieri alle interviste di rito. Anche se tende a ridimensionare l'importanza della sua partecipazione: "Il mio coinvolgimento è arrivato all'ultimo minuto - racconta, togliendosi la giacca chiara a causa del gran caldo - avevo molta voglia di sostenere questo bellissimo film. Che non va valutato solo in rapporto ai fatti recenti di Roma, ma per quello che mostra: le coppie che si raccontano sono unite da una conoscenza reciproca così profonda, così totale, che credo il 99% delle coppie etero non abbia. Forse perché per stare insieme hanno dovuto combattere molto di più". E in effetti, ad ascoltare le loro parole sullo schermo, si ha l'impressione di entrare in un mondo in cui l'amore, la dedizione reciproca, la volontà di costruire qualcosa insieme sono assolute. Ci sono ad esempio i palermitani che raccontano come, da ragazzi, furono scoperti dalla madre di uno dei due mentre si baciavano; la francese d'età avanzata che spiega come abbia dovuto accettare l'infedeltà, anche se solo sessuale, della partner; le spagnole legalmente sposate (lì, come si sa, è possibile) che hanno avuto tre figli con la banca dello sperma; e così via. "In tutto ho intervistato una quarantina di coppie - spiega il regista - poi ne ho filmate una ventina, per scegliere alla fine le nove che mi sembravano più interessanti. Anch'io, comunque, credo che nelle relazioni omosessuali ci sia più romanticismo: sono gli ostacoli che solo loro sperimentano a farlo emergere". Dunque storie che sono testimonianze di vita, ma che inevitabilmente, nell'Italia delle aggressioni omofobe, diventano una sorta di contrappeso al razzismo. "Il problema - sostiene Zingaretti - lo spiega bene uno dei gay che appare nel film: negli anni Ottanta e Novanta c'era più benessere e così si era più tolleranti, ora con la crisi la gente viene artatamente indotta ad avere paura. E poi magari, dopo episodi di violenza, si dà alle vittime una solidarietà tardiva. Pensiamo poi a che paranoia si sta generando verso l'influenza A, che in fondo è quello che è: solo un'influenza". Quanto a come prevenire episodi di omofobia, "credo che una cosa siano le battaglie per i diritti, portate avanti ad esempio dalle associazioni, altro lo stomaco della gente. Le cose potranno cambiare, ma in un arco di tempo molto lungo". Intanto, il film sbarca oggi nelle sale: a produrlo sono stati Angelo Barbagallo e Andrea Occhipinti, a distribuirlo è la Lucky Red. Ma qui al Lido Zingaretti racconta anche gli altri suoi progetti, attuali e futuri: "Al momento - rivela - sto scrivendo insieme a Domenico Starnone la sceneggiatura per una pellicola che dirigerò, e che sarà centrata sulla famiglia di una vittima degli anni di piombo. Ma mi ritaglierò anche lo spazio per tornare in teatro, per due o tre mesi riprenderò il mio adattamento del racconto La Sirena di Tomasi di Lampedusa: per me è un'esperienza fantastica, ogni sera mi emoziono fino alle lacrime". Anche per il consueto bagno di folla con spettatori e spettatrici adoranti. (4 settembre 2009)

Nessuno inganna Tim Roth


La star hollywoodiana si trasferisce sul piccolo schermo per interpretare uno psicologo capace di inchiodare chi mente grazie ad una speciale abilità…Su Fox: "Lie to me".

Il Dottor Cal Lightman è uno psicologo specializzato nell’osservazione del linguaggio corporeo e delle microespressioni facciali. I suoi studi, condotti in giro per il mondo, lo hanno portato a formulare una teoria (ispirata alle teorie di Paul Ekman) secondo cui le emozioni hanno una traduzione universale nel movimento. In breve: a prescindere dall’età, dal sesso e dall’etnia del soggetto esaminato è possibile determinare i suoi sentimenti attraverso la lettura di certi piccolissimi gesti. Tale qualifica naturalmente permette a Lightman di capire se una persona mente. In questo è il numero uno. E visto e considerato che tutti sono inclini a dire bugie non gli è stato difficile costruirsi un’ottima posizione. Oggi è infatti a capo di una società che collabora con agenzie governative e privati, e insieme al suo team, composto da Gillian Foster (Kelli Williams), Eli Locker (Brendan Hines) e Ria Torres (Monica Raymund), viene assoldato per scoprire la verità.

Il plot di “Lie to me” si focalizza insomma sui diversi casi che lo Studio Lightman è chiamato a risolvere, ma non vengono trascurati gli effetti che un simile “potere” può esercitare più in generale sui rapporti umani e sociali. Lightman, ad esempio, ha ottenuto la custodia della figlia adolescente ed è in grado di registrare con puntualità pressoché infallibile qualsiasi cosa le passi per la mente…

La serie si colloca a metà tra il poliziesco e il thriller psicologico e trova il suo punto di riferimento inTim Roth che ha momentaneamente accantonato il grande cinema per dedicarsi a questo progetto offrendo un’interpretazione lucida e divertente dell’eccentrico dottore.

Cautamente misurato su una prima stagione di tredici episodi, “Lie to me” ha ampiamente soddisfatto le attese della produzione ed è già stato rinnovato per un secondo ciclo a conferma di una nuova tendenza seriale che restituisce spazio alla mente e ai suoi misteri come succede in “The Mentalist” e “In treatment”.

L’appuntamento è su Fox ogni lunedì alle 21:00 a partire dal 7 settembre.

Meno tumori per chi evita la carne





Secondo uno studio pubblicato da British Journal of Cancer chi evita la carne ha il 12% in meno di possibilità di ammalarsi di cancro e il 45% nel caso delle leucemie. I dati derivano da una lunga ricerca durata 12 anni che ha coinvolto 61.000 persone nel Regno Unito. I vegetariani più protetti dai tumori del sangue e dello stomaco

Non è una novità che il consumo eccessivo di carne può a lungo termine nuocere alla salute, ma che evitare la carne potesse preservare dall’ammalarsi di forme tumorali non è mai stato ufficialmente confermato. I dati recentemente pubblicati dal British Journal of Cancer sono significativi: il 12% in meno di possibilità di ammalarsi, il 45% in meno nel caso delle leucemie.

Lo studio, condotto unitamente da scienziati inglesi e neozelandesi, ha coinvolto 61.000 persone nel Regno Unito. L’osservazione è stata divisa per tre gruppi: chi mangiava carne, chi mangiava pesce e non carne e chi non mangiava né pesce né carne. E’ risultato che la dieta vegetariana non solo protegge dai tumori del sangue e dai linfonodi, ma che inoltre i vegetariani hanno il 12% in meno di probabilità di ammalarsi di qualsiasi tipo di tumore.

Come osserva la dottoressa Naomi Allen, ricercatrice del Cancer Research della Oxford University e co-autrice del rapporto: “Sono dati significativi” ma che, per ora “vanno presi con un po' di cautela poiché si tratta del primo ampio studio di questo genere in materia” e, continua “Abbiamo bisogno di farne altri e di saperne di più. Per esempio dobbiamo scoprire quale aspetto di una dieta a base di verdura, frutta e pesce protegge dal cancro”.

Lo studio dunque non termina qui. Proseguirà ad Oxford e in altri centri di ricerca sul cancro. Tra gli obiettivi rimane ancora quello di decifrare gli aspetti della dieta vegetariana che proteggono dal cancro e perché.

Precedenti ricerche tuttavia hanno già dimostrato che l’eccessivo consumo di carne può essere dannoso. Il Journal of National Cancer Institute, per esempio, qualche anno fa pubblicò uno studio che confermava l’associazione tra consumo di carne rossa, insaccati e cancro del colon retto. Inoltre sembrerebbe che a essere messa a rischio non sia solo la salute dell’essere umano, ma anche quella dell’intero pianeta.

Un rapporto della commissione ONU sui cambiamenti climatici, risalente all’anno scorso, ha invitato a rinunciare alla carne per lo meno una volta a settimana, in quanto la sua produzione rappresenta almeno un quinto delle emissioni globali del gas serra. E non solo. Un recente resoconto della World Cancer Research Fund, ha consigliato di non mangiare più di 300 grammi di carne alla settimana in quanto è stata dimostrata la relazione tra una dieta eccessivamente carnivora e il cancro all'intestino. Tuttavia anche nel caso della dieta vegetariana ci sono degli accorgimenti da seguire.

Spesso, infatti, i vegetariani non eliminano solo la carne dalla propria dieta ma anche il pesce. Questo comporta una carenza di proteine e di vitamine che deve essere compensata con una dieta che mantenga l’equilibrio dei principi nutritivi. Imbandire la tavola con un po’ più di verdure e un po’ meno carne sembrerebbe essere la scelta più sana ed equilibrata.

venerdì 4 settembre 2009

Italiani, brutta gente nella terra di Videocracy


Ressa al Lido per il film sulla tivù privata, forfait di Corona
FULVIA CAPRARA
INVIATA A VENEZIA
Tutto iniziò così, in una delle prime tv commerciali... Usavano questo bar come uno studio tv, facevano indovinelli, se la risposta era esatta una casalinga cominciava a spogliarsi... Arrivavano un sacco di proteste dalle fabbriche vicine, gli operai stavano svegli fino a tardi per guardare». Comincia così la favola nera di Erik Gandini, documentarista italiano cresciuto in Svezia che in Videocracy (ieri alla Mostra e da oggi in sala) descrive l’ascesa al potere delle tv commerciali e del loro presidente, Silvio Berlusconi. Nessun pistolotto politico, nessuna intervista a sociologi o esperti, solo immagini inquietanti, tratte dagli archivi. Più che un documentario, Videocracy sembra la cronaca di un incantesimo collettivo, il popolo italiano soggiogato da una pozione magica che fluisce dal televisore di casa.

Dagli strip delle signore si passa alle serate in topless di Colpo grosso, alle scollature generose di Drive in, all’esibizione continua di tanga, seni, sederi. «Trent’anni dopo - spiega la voce fuori campo - la tv del presidente si è moltiplicata, trasformandosi in un impero mediatico e il presidente della tv è diventato anche il presidente dell’Italia». La voglia di apparire è la benzina di tutto. La signora in sovrappeso si sveste in un trionfo di cellulite, la ragazzina taglia 38 sculetta come una marionetta stonata, le veline in tour si agitano volenterose.

Lele Mora è un Virgilio con il sorriso stampato sulla faccia: «Se c’è qualcuno che può trasformare i sogni in realtà è lui». Vestito di bianco, nella stanza bianca della villa bianca affacciata sul mare di Sardegna, mostra il suo zoo di tronisti e reduci del Grande fratello: «Prendo persone che non sono nessuno, le faccio crescere e diventare persone dello spettacolo». Mora conosce il valore della riconoscenza: «A Berlusconi devo parecchio, è un grande leader, un grande uomo...». Ma l’amore vero si chiama Benito Mussolini, la prova è nel cellulare. Il manager fa ascoltare la suoneria con Faccetta nera mentre sul display scorrono immagini del Duce, fasci littori, simboli nazi: «Hai visto che carino?». Fuori c’è la Costa Smeralda, con il suo perenne carosello, «un sito di pellegrinaggio dove tutti sono impegnati a scattare fotografie». C’è Briatore accolto da urla di fan e c’è la signora Marella, vicina di casa del premier, fotografa appassionata. Nel suo archivio sono immortalati prsonaggi come Putin, Blair, i figli di Gheddafi. E poi naturalmente il presidente, con la celebre bandana in testa: «Lui è naturale, è quello che è, ama la vita, ama le cose belle, si diverte».

Fabrizio Corona è il mattatore della seconda parte del film. Entra in scena al momento dell’arresto, esce a pochi minuti dalla fine, dopo una lunga sequenza che lo ritrae sotto la doccia e poi, con muscoli e tatuaggi bene in vista, mentre si cosparge di crema, si veste, si raccoglie i capelli nel codino, si spruzza la lacca. In mezzo c’è la sua parabola al nero, illuminata da massime celebri: «Sono diventato un simbolo, un po’ come Scarface. Un Robin Hood moderno che ruba ai ricchi per dare a se stesso». Oppure: «Sono convinto che in Italia non esista nessuna coppia fedele». E ancora: «L’unico vantaggio della politica è che se ti eleggono hai l’immunità parlamentare, puoi fare tutti i reati che vuoi e non vai in galera». Corona svela la meccanica degli affari sporchi, foto vendute e ricomprate, perfino «la videocamera per riprendere la moglie in tribunale durante la causa di separazione». Corona, attesissimo alla proiezione, non si è fatto vedere, deludendo la vera folla che ha preso d’assalto la sala. Tanto che si è resa necessaria una proiezione supplementare.

Gandini dice che i «suoi amici svedesi ridono vedendo quello che succede in Italia». L’impressione, aggiunge, «è che qui divertirsi sia una religione, l’unica cosa che conta per gli italiani. Ho pensato, mentre giravo, che si poteva rovesciare quella definizione. Nel mio film, invece della banalità del male, c’è la malvagità del banale». Eppure non bisogna essere pessimisti. Anzi: «Le cose cambieranno, l’Italia è un Paese fantastico, il futuro lo decidiamo noi».

Il ritorno di Robbie Williams Esce il nuovo singolo Bodies


Il brano anticipa l’uscita del nuovo album Reality Killed The Video Star
È da oggi in programmazione nelle radio Bodies, nuovo singolo di Robbie Williams, che precede l’uscita di Reality Killed The Video Star, ultimo lavoro del cantante inglese su etichetta Virgin Records - EMI il prossimo 6 novembre.

Scritto per la maggior parte nello studio di casa di Robbie a Los Angeles, e registrato a Londra, l’album vanta diverse collaborazioni: da Soul Mekanik a Brandon Christy, da Richard Spencer a Scott Rudin, da Chaz Jankel a Guy Chambers e Fil Eisler. La produzione invece è stata curtata da Trevor Horn e in merito a questo cantante ha affermato: «Lui ha aggiunto qualcosa che non ho mai avuto nei dischi nei precedenti: il suo genio. Penso solo che sia grande, canzone dopo canzone dopo canzone».

Toni e argomenti mutano traccia dopo traccia: dal primo singolo Bodies intriso di una cospirazione apocalittica («è il medioevo moderno», canta) all’inno per un caduto (Morning Sun), dall’epidemia di fama del giorno d’oggi (Starstruck) all’amore: Won’t Do That To You.

Alcune canzoni sono ancora in fase di elaborazione. «Molte canzoni che scrivo finiscono per avverarsi - ha osservato Williams - ed alcune arrivano dal fatto di avere finalmente un pò di tempo per riflettere. Passare un pò di tempo sul pianeta, ed accumulare un pò di anni tra l’inizio della mia carriera ed ora. E' un pò come se guardassi indietro e dicessi, "Dov’è finito tutto quel tempo? Cosa è successo?" Mi sento ancora 23 anni. Non è cambiato niente. Ed é cambiato tutto.»

Scoperti gli anticorpi che neutralizzano l’HIV

Un gruppo di ricerca americano ha scoperto PG9 e PG16, due anticorpi che sarebbero in grado di neutralizzare efficacemente il virus dell’HIV.

Sono stati scoperti due nuovi 'superanticorpi' con un'elevata capacità di neutralizzare il virus dell'Hiv. Il risultato, pubblicato su Science Express, si deve a un gruppo di ricerca americano coordinato da Laura Walker delDipartimento di immunologia dell'International AIDS Vaccine Initiative (IAVI) e dello Scripps Research Institute. Gli anticorpi si chiamano PG9 e PG16 e, secondo i ricercatori, potrebbero aiutare a svelare il tallone di Achille del virus aprendo la porta allo sviluppo di efficaci vaccini anti Aids. Individuati nel sangue di un donatore africano infettato dall'Hiv, i super anticorpi colpiscono una regione di una glicoproteina altamente evoluta per contrastare l'attacco immunitario che il virus usa per infettare le cellule. E' come se, spiegano i ricercatori, PG9 e PG16 avessero una sorta di chiave che apre una serratura nascosta del virus riconoscendo un elemento su questa proteina mai descritto prima. Si tratta della prima scoperta di anticorpi con alta capacità neutralizzante (bNAbs) dell'Hiv negli ultimi 20 anni e i primi bNAbs ad essere isolati da donatori che vivono in Paesi in via di sviluppo dove vi è la maggior parte delle infezioni da Hiv.

Secondo gli autori dello studio i nuovi super anticorpi promettono risultati più brillanti per la progettazione di un vaccino anti Aids rispetto ai precedenti anticorpi bNAbs conosciuti "perché - ha spiegato Dennis Burton, immunologo e direttore scientifico dello IAVI - attaccano una nuova e potenzialmente più accessibile zona del virus Hiv che facilita la progettazione del vaccino". Il prossimo passo, annunciano i ricercatori, sarà analizzare le strutture molecolari di PG9 e PG16 e la parte del virus da bersagliare per realizzare immunogeni, gli ingredienti attivi dei vaccini, specifici contro l'Aids.

mercoledì 2 settembre 2009

Faccio bene?

Qualcuno non sarà d'accordo su ciò che pubblico nel mio blog...

Mi è stato detto che il blog è troppo "a senso unico"!

Ma mi sentivo, in questo momento così difficile per i gay di pubblicare tutto ciò che riguarda l'intolleranza e l'omofobia...

Scusate e perdonatemi se è troppo!

Roma, due bombe carta in Gay Street: notte di panico. Stasera alle 22 fiaccolata con Arcigay e Mario Mieli insieme

Un ragazzo ferito all’orecchio. L’attacco prima da un motorino, poi da due persone a piedi dalla testa rasata. Stasera le due associazioni confermano la fiaccolata contro l’omofobia.

L'On. Pier Luigi Bersani, candidato alla guida del PD, ha commentato l'attacco alla gay street di Roma con parole dure: “Siamo all’emergenza civile. Questa continua aggressione alla comunità gay testimonia l’assoluta esigenza di dare un segno chiaro di fermezza e civiltà, discutendo ed approvando al più presto la legge sull’omofobia. E’ un obiettivo che deve trovare la disponibilità e l’impegno di tutte le forze politiche presenti in Parlamento”. A seguito di queste parole Bersani ha telefonato al presidente Arcigay Aurelio Mancuso per ribadire solidarietà alla comunità Lgbt.
Il sindaco di Roma Alemanno ha invece promesso più misure di sicurezza a vigilanza della gay street e un segnale politico e culturale contro ogni forma di intolleranza con la fiaccolata che sarà presentata il prossimo 7 settembre. “Si tratta di un episodio molto preoccupante che ci deve spingere adaumentare tutte le misure di sicurezza anche nella zona della gay streetche finora sono state rifiutate dalla comunità omosessuale per questioni di privacy: già al tavolo dopo l’aggressione al Gay Village si era aperta la possibilità di adottare una vigilanza in un luogo ormai simbolo che può attrarre provocatori e aggressori” e prosegue “si fa inoltre ancora più importante la fiaccolata che stiamo organizzando con le altre forze politiche e sociali per dare un segnale culturale e politico dell’unità di tutta la città contro ogni forma di intolleranza in particolare quella omofoba. Bisogna fare capire con chiarezza anche a tutti coloro che magari fanno queste cose senza rendersi conto della loro gravità e senza comprendere che possono innescare spirali molto negative”. Da Arcigay Roma parte un messaggio che vuole infondere coraggio: “E' un attacco violentissimo, di una gravità inaudita che vuole colpire uno dei luoghi simbolo della nostra comunità. Queste minacce non ci spaventano e non ci faremo intimidire”.
Inoltre, si apprende che pochi giorni fa, sempre alla gay street, una ragazza è stata aggredita da alcuni emulatori di svastichella che l'hanno minacciata con un coltello.
Roma - Alle ore 23,40 circa due bombe carta sono state lanciate contro la folla nei pressi del locale Colossuem Bar a Roma, in via San Giovanni in Laterano (nota anche come Gay Street), all’altezza dell’angolo con via Ostilia. Un ragazzo è stato lievemente ferito ad un orecchio. Un motorino è andato in fiamme, sono esplosi alcuni vasi. Il boato delle esplosioni è stato sentito a centinaia di metri di distanza. Secondo Fabrizio Marrazzo di Arcigay Roma, che era sul posto di persona, “se qualcuno fosse stato vicino avrebbe rischiato la vita” Il Colosseum Bar è frequentato generalmente da ragazze lesbiche, mentre qualche decina di metri più avanti verso il Colosseo c’è lo storico locale gay Coming Out.

Il primo ordigno è stato lanciato da due persone passate a bordo di un motorino e poi fuggite. Il secondo ordigno, quando la folla era già in preda al panico, è stato lanciato da due ragazzi a piedi, descritti come ragazzi giovani, con teste rasate. I due, scappati, sono stati inseguiti per un breve tratto dalla folla, per poi scomparire nei vicoli. Secondo alcune testimonianze i due ragazzi potrebbero essere gli stessi che mercoledì scorso avevano tentato di aggredire con un coltello una ragazza, sempre nei paraggi della Gay Street. Successivamente a quell’episodio, Arcigay Roma aveva chiesto al Comune di aumentare il controllo delle forze dell’ordine nella zona. Il Comune si era detto d’accordo, ma non c’è stato il tempo necessario a trovare e organizzare un presidio di Polizia o Carabinieri.

Qualche minuto dopo l’attacco, sul luogo sono giunte quattro volanti della Polizia, tre dei Carabinieri e 1 ambulanza.

Immediatamente dopo l’accaduto, il Presidente di Arcigay Roma Fabrizio Marrazzo ha confermato la fiaccolata contro l’omofobia che si svolgerà questa sera 2 Settembre alle 22, con partenza proprio dalla Gay Street, fiaccolata che sarà sostenuta anche dal Mario Mieli, con il quale lo stesso Marrazzo si è sentito al telefono. Il clima di odio e di intollerabile omofobia che si respira a Roma da alcune settimane sta dunque avendo l’effetto di unire anche le associazioni storicamente “distanti”. Resta confermata la fiaccolata convocata per il 4 Settembre dal movimento appena nato I HAVE A DREAM, appoggiato da Gay.it, che vede estendere i suoi "micropride" anche a Milano e Bologna. Nelle prossime ore troverete maggiori aggiornamenti.

Lo scorso 21 Agosto due ragazzi gay erano stati violentemente aggrediti da un facinoroso esaltato di estrema destra, noto con l’appellativo di “Svastichella”, all’uscita del Gay Village.

In generale in tutto il paese nelle ultime settimane gli attacchi alle persone omosessuali si stanno intensificando a tutti i livelli.


martedì 1 settembre 2009

Madonna Kissing Jesus!

Ma ci può essere niente di più blasfemo??? Ahahahahahhaa :-)