sabato 5 settembre 2009
Zingaretti testimonial del film che celebra il romanticismo gay

Di scena alle Giornate degli autori "L'amore e basta" di Stefano Consiglio Nove coppie omosex raccontano le loro relazioni. Tutte all'insegna della solidità
Nessuno inganna Tim Roth

La star hollywoodiana si trasferisce sul piccolo schermo per interpretare uno psicologo capace di inchiodare chi mente grazie ad una speciale abilità…Su Fox: "Lie to me".
Il plot di “Lie to me” si focalizza insomma sui diversi casi che lo Studio Lightman è chiamato a risolvere, ma non vengono trascurati gli effetti che un simile “potere” può esercitare più in generale sui rapporti umani e sociali. Lightman, ad esempio, ha ottenuto la custodia della figlia adolescente ed è in grado di registrare con puntualità pressoché infallibile qualsiasi cosa le passi per la mente…
La serie si colloca a metà tra il poliziesco e il thriller psicologico e trova il suo punto di riferimento inTim Roth che ha momentaneamente accantonato il grande cinema per dedicarsi a questo progetto offrendo un’interpretazione lucida e divertente dell’eccentrico dottore.
Cautamente misurato su una prima stagione di tredici episodi, “Lie to me” ha ampiamente soddisfatto le attese della produzione ed è già stato rinnovato per un secondo ciclo a conferma di una nuova tendenza seriale che restituisce spazio alla mente e ai suoi misteri come succede in “The Mentalist” e “In treatment”.
L’appuntamento è su Fox ogni lunedì alle 21:00 a partire dal 7 settembre.
Meno tumori per chi evita la carne

Secondo uno studio pubblicato da British Journal of Cancer chi evita la carne ha il 12% in meno di possibilità di ammalarsi di cancro e il 45% nel caso delle leucemie. I dati derivano da una lunga ricerca durata 12 anni che ha coinvolto 61.000 persone nel Regno Unito. I vegetariani più protetti dai tumori del sangue e dello stomaco
Lo studio, condotto unitamente da scienziati inglesi e neozelandesi, ha coinvolto 61.000 persone nel Regno Unito. L’osservazione è stata divisa per tre gruppi: chi mangiava carne, chi mangiava pesce e non carne e chi non mangiava né pesce né carne. E’ risultato che la dieta vegetariana non solo protegge dai tumori del sangue e dai linfonodi, ma che inoltre i vegetariani hanno il 12% in meno di probabilità di ammalarsi di qualsiasi tipo di tumore.
Lo studio dunque non termina qui. Proseguirà ad Oxford e in altri centri di ricerca sul cancro. Tra gli obiettivi rimane ancora quello di decifrare gli aspetti della dieta vegetariana che proteggono dal cancro e perché.
Precedenti ricerche tuttavia hanno già dimostrato che l’eccessivo consumo di carne può essere dannoso. Il Journal of National Cancer Institute, per esempio, qualche anno fa pubblicò uno studio che confermava l’associazione tra consumo di carne rossa, insaccati e cancro del colon retto. Inoltre sembrerebbe che a essere messa a rischio non sia solo la salute dell’essere umano, ma anche quella dell’intero pianeta.
Un rapporto della commissione ONU sui cambiamenti climatici, risalente all’anno scorso, ha invitato a rinunciare alla carne per lo meno una volta a settimana, in quanto la sua produzione rappresenta almeno un quinto delle emissioni globali del gas serra. E non solo. Un recente resoconto della World Cancer Research Fund, ha consigliato di non mangiare più di 300 grammi di carne alla settimana in quanto è stata dimostrata la relazione tra una dieta eccessivamente carnivora e il cancro all'intestino. Tuttavia anche nel caso della dieta vegetariana ci sono degli accorgimenti da seguire.
Spesso, infatti, i vegetariani non eliminano solo la carne dalla propria dieta ma anche il pesce. Questo comporta una carenza di proteine e di vitamine che deve essere compensata con una dieta che mantenga l’equilibrio dei principi nutritivi. Imbandire la tavola con un po’ più di verdure e un po’ meno carne sembrerebbe essere la scelta più sana ed equilibrata.
venerdì 4 settembre 2009
Italiani, brutta gente nella terra di Videocracy

Tutto iniziò così, in una delle prime tv commerciali... Usavano questo bar come uno studio tv, facevano indovinelli, se la risposta era esatta una casalinga cominciava a spogliarsi... Arrivavano un sacco di proteste dalle fabbriche vicine, gli operai stavano svegli fino a tardi per guardare». Comincia così la favola nera di Erik Gandini, documentarista italiano cresciuto in Svezia che in Videocracy (ieri alla Mostra e da oggi in sala) descrive l’ascesa al potere delle tv commerciali e del loro presidente, Silvio Berlusconi. Nessun pistolotto politico, nessuna intervista a sociologi o esperti, solo immagini inquietanti, tratte dagli archivi. Più che un documentario, Videocracy sembra la cronaca di un incantesimo collettivo, il popolo italiano soggiogato da una pozione magica che fluisce dal televisore di casa.
Dagli strip delle signore si passa alle serate in topless di Colpo grosso, alle scollature generose di Drive in, all’esibizione continua di tanga, seni, sederi. «Trent’anni dopo - spiega la voce fuori campo - la tv del presidente si è moltiplicata, trasformandosi in un impero mediatico e il presidente della tv è diventato anche il presidente dell’Italia». La voglia di apparire è la benzina di tutto. La signora in sovrappeso si sveste in un trionfo di cellulite, la ragazzina taglia 38 sculetta come una marionetta stonata, le veline in tour si agitano volenterose.
Lele Mora è un Virgilio con il sorriso stampato sulla faccia: «Se c’è qualcuno che può trasformare i sogni in realtà è lui». Vestito di bianco, nella stanza bianca della villa bianca affacciata sul mare di Sardegna, mostra il suo zoo di tronisti e reduci del Grande fratello: «Prendo persone che non sono nessuno, le faccio crescere e diventare persone dello spettacolo». Mora conosce il valore della riconoscenza: «A Berlusconi devo parecchio, è un grande leader, un grande uomo...». Ma l’amore vero si chiama Benito Mussolini, la prova è nel cellulare. Il manager fa ascoltare la suoneria con Faccetta nera mentre sul display scorrono immagini del Duce, fasci littori, simboli nazi: «Hai visto che carino?». Fuori c’è la Costa Smeralda, con il suo perenne carosello, «un sito di pellegrinaggio dove tutti sono impegnati a scattare fotografie». C’è Briatore accolto da urla di fan e c’è la signora Marella, vicina di casa del premier, fotografa appassionata. Nel suo archivio sono immortalati prsonaggi come Putin, Blair, i figli di Gheddafi. E poi naturalmente il presidente, con la celebre bandana in testa: «Lui è naturale, è quello che è, ama la vita, ama le cose belle, si diverte».
Fabrizio Corona è il mattatore della seconda parte del film. Entra in scena al momento dell’arresto, esce a pochi minuti dalla fine, dopo una lunga sequenza che lo ritrae sotto la doccia e poi, con muscoli e tatuaggi bene in vista, mentre si cosparge di crema, si veste, si raccoglie i capelli nel codino, si spruzza la lacca. In mezzo c’è la sua parabola al nero, illuminata da massime celebri: «Sono diventato un simbolo, un po’ come Scarface. Un Robin Hood moderno che ruba ai ricchi per dare a se stesso». Oppure: «Sono convinto che in Italia non esista nessuna coppia fedele». E ancora: «L’unico vantaggio della politica è che se ti eleggono hai l’immunità parlamentare, puoi fare tutti i reati che vuoi e non vai in galera». Corona svela la meccanica degli affari sporchi, foto vendute e ricomprate, perfino «la videocamera per riprendere la moglie in tribunale durante la causa di separazione». Corona, attesissimo alla proiezione, non si è fatto vedere, deludendo la vera folla che ha preso d’assalto la sala. Tanto che si è resa necessaria una proiezione supplementare.
Gandini dice che i «suoi amici svedesi ridono vedendo quello che succede in Italia». L’impressione, aggiunge, «è che qui divertirsi sia una religione, l’unica cosa che conta per gli italiani. Ho pensato, mentre giravo, che si poteva rovesciare quella definizione. Nel mio film, invece della banalità del male, c’è la malvagità del banale». Eppure non bisogna essere pessimisti. Anzi: «Le cose cambieranno, l’Italia è un Paese fantastico, il futuro lo decidiamo noi».
Il ritorno di Robbie Williams Esce il nuovo singolo Bodies

Scritto per la maggior parte nello studio di casa di Robbie a Los Angeles, e registrato a Londra, l’album vanta diverse collaborazioni: da Soul Mekanik a Brandon Christy, da Richard Spencer a Scott Rudin, da Chaz Jankel a Guy Chambers e Fil Eisler. La produzione invece è stata curtata da Trevor Horn e in merito a questo cantante ha affermato: «Lui ha aggiunto qualcosa che non ho mai avuto nei dischi nei precedenti: il suo genio. Penso solo che sia grande, canzone dopo canzone dopo canzone».
Toni e argomenti mutano traccia dopo traccia: dal primo singolo Bodies intriso di una cospirazione apocalittica («è il medioevo moderno», canta) all’inno per un caduto (Morning Sun), dall’epidemia di fama del giorno d’oggi (Starstruck) all’amore: Won’t Do That To You.
Alcune canzoni sono ancora in fase di elaborazione. «Molte canzoni che scrivo finiscono per avverarsi - ha osservato Williams - ed alcune arrivano dal fatto di avere finalmente un pò di tempo per riflettere. Passare un pò di tempo sul pianeta, ed accumulare un pò di anni tra l’inizio della mia carriera ed ora. E' un pò come se guardassi indietro e dicessi, "Dov’è finito tutto quel tempo? Cosa è successo?" Mi sento ancora 23 anni. Non è cambiato niente. Ed é cambiato tutto.»
Scoperti gli anticorpi che neutralizzano l’HIV
mercoledì 2 settembre 2009
Faccio bene?
Roma, due bombe carta in Gay Street: notte di panico. Stasera alle 22 fiaccolata con Arcigay e Mario Mieli insieme
Il sindaco di Roma Alemanno ha invece promesso più misure di sicurezza a vigilanza della gay street e un segnale politico e culturale contro ogni forma di intolleranza con la fiaccolata che sarà presentata il prossimo 7 settembre. “Si tratta di un episodio molto preoccupante che ci deve spingere adaumentare tutte le misure di sicurezza anche nella zona della gay streetche finora sono state rifiutate dalla comunità omosessuale per questioni di privacy: già al tavolo dopo l’aggressione al Gay Village si era aperta la possibilità di adottare una vigilanza in un luogo ormai simbolo che può attrarre provocatori e aggressori” e prosegue “si fa inoltre ancora più importante la fiaccolata che stiamo organizzando con le altre forze politiche e sociali per dare un segnale culturale e politico dell’unità di tutta la città contro ogni forma di intolleranza in particolare quella omofoba. Bisogna fare capire con chiarezza anche a tutti coloro che magari fanno queste cose senza rendersi conto della loro gravità e senza comprendere che possono innescare spirali molto negative”. Da Arcigay Roma parte un messaggio che vuole infondere coraggio: “E' un attacco violentissimo, di una gravità inaudita che vuole colpire uno dei luoghi simbolo della nostra comunità. Queste minacce non ci spaventano e non ci faremo intimidire”.
Inoltre, si apprende che pochi giorni fa, sempre alla gay street, una ragazza è stata aggredita da alcuni emulatori di svastichella che l'hanno minacciata con un coltello.
Il primo ordigno è stato lanciato da due persone passate a bordo di un motorino e poi fuggite. Il secondo ordigno, quando la folla era già in preda al panico, è stato lanciato da due ragazzi a piedi, descritti come ragazzi giovani, con teste rasate. I due, scappati, sono stati inseguiti per un breve tratto dalla folla, per poi scomparire nei vicoli. Secondo alcune testimonianze i due ragazzi potrebbero essere gli stessi che mercoledì scorso avevano tentato di aggredire con un coltello una ragazza, sempre nei paraggi della Gay Street. Successivamente a quell’episodio, Arcigay Roma aveva chiesto al Comune di aumentare il controllo delle forze dell’ordine nella zona. Il Comune si era detto d’accordo, ma non c’è stato il tempo necessario a trovare e organizzare un presidio di Polizia o Carabinieri.
Qualche minuto dopo l’attacco, sul luogo sono giunte quattro volanti della Polizia, tre dei Carabinieri e 1 ambulanza.
Immediatamente dopo l’accaduto, il Presidente di Arcigay Roma Fabrizio Marrazzo ha confermato la fiaccolata contro l’omofobia che si svolgerà questa sera 2 Settembre alle 22, con partenza proprio dalla Gay Street, fiaccolata che sarà sostenuta anche dal Mario Mieli, con il quale lo stesso Marrazzo si è sentito al telefono. Il clima di odio e di intollerabile omofobia che si respira a Roma da alcune settimane sta dunque avendo l’effetto di unire anche le associazioni storicamente “distanti”. Resta confermata la fiaccolata convocata per il 4 Settembre dal movimento appena nato I HAVE A DREAM, appoggiato da Gay.it, che vede estendere i suoi "micropride" anche a Milano e Bologna. Nelle prossime ore troverete maggiori aggiornamenti.
Lo scorso 21 Agosto due ragazzi gay erano stati violentemente aggrediti da un facinoroso esaltato di estrema destra, noto con l’appellativo di “Svastichella”, all’uscita del Gay Village.
In generale in tutto il paese nelle ultime settimane gli attacchi alle persone omosessuali si stanno intensificando a tutti i livelli.