mercoledì 11 novembre 2009

Indagine UE: Italia prima contro i gay

Un'indagine condotta dall'Unione Europea ha dimostrato che l'Italia è uno dei paesi che più si distingue per la discriminazione a sfondo sessuale.

L'Unione Europea ha affidato a Eurobarometro il compito di condurre delle intervisteper comprendere la percezione e le maggiori cause di discriminazione all'interno dei paesi dell'UE.
Dopo 26.000 interviste condotte in 27 Paesi dell'Unione piu' Croazia, Macedonia e Turchia, è risultato che in Italia, come in Europa, la prima causa di discriminazione è quella di origine etnica: lo ha indicato il 58% degli intervistati, ribaltando il risultato dell'indagine 2008, quando il 52% del campione aveva espresso un'opinione esattamente contraria.
In Italia a dichiarare che il pregiudizio legato all'etnia è fonte di discriminazione è stato il71% degli intervistati, altri paesi però hanno medie ben più alte della nostra come l'Olanda (80%), la Francia (79%), la Svezia (78%) e la Danimarca (77%).
Il nostro paese però si distingue per la discriminazione contro l'orientamento sessuale.
L'omosessualità in Italia è fonte di discriminazione per il 61% della popolazione, rispetto a una media europea del 47%, così come in Francia e alle spalle di Cipro (66%) e Grecia (64%).
"La discriminazione e' un problema in tutta Europa e il modo in cui la gente lo percepisce e' sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno", ha osservato il commissario UE per le pari opportunità Vladimir Spidla. "Un aspetto preoccupante - conclude - e' la percezione che, a causa della recessione, la discriminazione dovuta all'età stia aumentando" per quanto riguarda la possibilità di lavorare.

L'Islam dice sì all'omosessualita'

Il Consiglio degli Ulema islamici moderati si apre alla tolleranza: i gay non siano esclusi dall'Islam.

Il Consiglio degli Ulema (i "saggi", la massima autorità religiosa e legale dell'Islam) apre la strada della tolleranza. Nel corso di una conferenza organizzata dall'associazione non governativa Arus Pelangi, diversi studiosi islamici moderati (soprattutto appartenenti all'area indonesiana) hanno dato forti segnali di apertura nei confronti dell'omosessualità. "No c'è differenza tra lesbiche e eterosesuali. Agli occhi di Dio, le persone sono valutate in base alla pietà.
E giudicare la pietà è una prerogativa di Dio. L'essenza della religione è il rispetto e la dignità degli esseri umani" ha dichiarato il dotto Siti Musdah Mulia. Altre voci meno illuminate si sono levate dalle fila conservatrici. Tuttavia questo resta un primo passo fondamentale nel cammino per sanare il gap tra omosessualità e religione.