mercoledì 30 giugno 2010

mercoledì 2 dicembre 2009

Chiesa: gay, lesbiche, trans all'inferno

L'Arcivescovo Caffarra e il Cardinale Lozano Barragan contro la comunità lgbt: sono diversi e così vanno trattati.

Mentre la comunità lgbt italiana si destreggia tra campagne contro l'omofobia strutturate male (leggi qui e qui), diritti civili e violenze omofobe continue, la Chiesa alza la voce e si fa sentire.
Prima l'Arcivescovo di Bologna Caffarra dichiara pubblicamente che non bisogna trattare i gay come tutti gli altri rispetto ai diritti riconosciuti alle coppie eterosessuali. Soprattuto ha definito il progetto di legge della Regione EmilaRomagna che equipara la famiglia e le unioni di fatto nell’accesso ai servizi sociali, un progetto devastante. Per l'Arcivescovo infatti la legge avrebbe effetti devastanti sul tessuto sociale e sarebbe un attentato alle clausole fondamentali del patto di cittadinanza.
Poi arrivano le considerazioni del cardinale messicano Javier Lozano Barragan, che sul sito www.pontifex.roma.it si scaglia prima contro la RU486 e poi contro gay e trans chenon potranno mai entrare nel Regno dei Cieli.

Il presidente emerito del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, Pastorale per la salute, insiste poi nell’affermare che non si nasce omosessuali, che la causadel proprio orientamento sessuale la si deve cercare nell’educazione, in un mancato sviluppo dell’adolescenza.


Si può pertanto anche esser incolpevoli, ma poichè gay e trans agiscono contro la dignità del corpo, certamente non andranno in paradiso, perché andare contro natura offende Dio.
E davanti a queste affermazioni non può stupire la pungente reazione di Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay Nazionale, che dice: "Che sollievo cardinale! Fino a ieri pensavamo di dovervi ritrovare, una volta passati a miglior vita, nell’aldilà, ancora con i vostri proclami accusatori e le vostre ridicole teorie sulla sessualità e la dignità delle persone."


lunedì 30 novembre 2009

Aids: le colpe della Chiesa


Il Papa: "la Chiesa combatte l'Aids". Replica di Sergio Rovasio: le uniche armi contro il virus sono il preservativo e l'informazione.

Di seguito si riporta la dichiarazione di Sergio Rovasio, Segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti in merito all'affermazione di Papa Benedetto XVI sui presunti merito della Chiesa nella lotta all'Aids.

"Quello che ha detto oggi il Papa in occasione della giornata mondiale contro l’Aids ha dell’incredibile. Non comprendiamo come sia possibile sostenere che ‘la chiesa non cessa di prodigarsi per combattere l’Aids’ quando lo stesso Papa, in occasione del suo viaggio in Africa nel marzo 2009, ebbe a dire che “l’Aids non si può superare con la distribuzione dei preservativi che al contrario aumentano il problema”. Tesi antiscientifica, ispirata al credo religioso e che semmai avrà di già aggravato una situazione di emergenza della malattia che ha ucciso in Africa dai primi anni ’80 ad oggi più di 25 milioni di persone, principalmente nella zona sub-sahariana. Sono almeno 22,5 milioni le persone che vivono contagiate dal virus HIV in quella zona. Quasi nessuno in Italia avrà il coraggio di sottolineare questa grave contraddizione vaticana che si riverbera sulla nostra classe politica con conseguenze disastrose nella società. La totale mancanza di informazione ed educazione sessuale, così come la mancata pronuncia della parola ‘preservativo’ nelle tv e nelle scuole italiane, dimostra la miseria e la studipidità che ci circonda e che permette al virus dell’Aids di diffondersi.

E’ forse bene ricordare che in Italia ci sono tra le 150 e le 180.000 persone sieropositive, 22.000 persone con Aids conclamato e che fino ad oggi sono morte per il virus quasi 35.000 persone. Ovviamente non è in corso nessuna campagna nazionale sul preservativo, l’unico strumento che oltre all’informazione combatte quasi al 100% il virus. Ci auguriamo che prima o poi venga “quantificato” il danno prodotto da proclami e tesi antiscientifiche, ispirate da un credo religioso, che alimentano la diffusione del virus dell’Aids in Africa e nel mondo. Altro che lotta all’Aids. E’ bene ricordare tutto questo in occasione della giornata mondiale della lotta contro l’Aids, giusto per non essere complici dell’ipocrisia che sembra essere diventata la vera bibbia nel nostro paese”.

venerdì 20 novembre 2009

Che religione seguire? Fai il test!

Preti gay: un sito smaschera l'omosessualità sotto la tonaca

'Il silenzio è peccato': così recita l'homepage del sito per smascherare l'ipocrisia della Chiesa: segnalando i sacerdoti gay che nascondono la propria omosessualità sotto l'omertà della tonaca.

Dire basta all'ipocrisia della Chiesa, che condanna le unioni gay; basta con il silenzio omertoso dei sacerdoti che nascondono la propria omosessualità e si scagliano dal pulpito contro la comunità lgbt. In risposta al ricatto dell'Arcidiocesi Cattolica Statunitense, che minacciava di sospendere le proprie attività sociali se lo Stato avesse riconosciuto le unioni gay, è stato creato il sito Churchoutung.org, per spingere coloro che sono a conoscenza dell'omosessualità nascosta di un prete a farsi avanti e condividere la propria storia. "Questo sito è nato per dare a voi la possibilità di salvare la gioventù lgbt dall'ipocrisia di quei preti dell'Arcidiocesi di Washington che sono socialmente, romanticamente o sessualmente omosessuali attivi, ma che tacciono nel momento in cui l'Arcivescovo Wueri e la Conferenza Vescovi Cattolici fomentano la propria guerra ideologica contro la famiglia omosessuale", recita l'homage del sito web, che vuole "porre fine a una Chiesa Cattolica che per generazioni ha detto alla gioventù lgbt di vergognarsi di chi siamo, di condurre vite senza amore e di abominio, e porre fine all'abuso emotivo, psicologico e spirituale perpetrato dai preti cattolici e dalla gerarchia ecclesiastica".
La vera vergogna è il silenzio.

Chiesa: i gay ci manderanno all'Inferno

Povertà? Bambini soldato? Fame nel mondo? Pensate che siano questi i peccati della nostra società? Sbagliato. Secondo la Chiesa l'omosessualità e le unione gay ci porteranno all'Inferno.

Una lettera della Conferenza dei vescovi cattolici Usa ha finalmente fatto luce sui veri rischi dell'umanità. Povertà? capitalismo sfrenato? Inquinamento? Droghe? Mancanza di istruzione? Niente di tutto questo. Il nostro tessuto sociale è minacciato dai gay e dalle loro relazioni affettive che, assieme a coabitazione e divorzio, alterano in vari modi la struttura sociale. Tali relazioni minacciano ogni persona, non solo nei livelli fondamentali del bene degli sposi e dei figli, ma sono
 una minaccia per la dignità di ogni persona e per il bene comune, compresi i livelli di educazione, di avanzamento culturale e di libertà religiosa. Riconoscere le unioni gay significa togliere giusitizia alle coppie sposate e ai loro figli e al cammino che guida loro verso la maturità sessuale. Non c'è che dire. Se fosse stata scritta da un comune cittadino, si sarebbero allertati i servizi di salute psichiatrica. Ma il fatto che venga dalla conferenza episcopale fa capire due cose. Una è il livello di odio omofobico di cui sono impregnati gli uomini della chiesa cattolica (e questo si riconosce dai toni usati in una lettera rivolta a tutti).

Secondo è la capacità di fare del male a una minoranza del paese. Non serve ricordare il paragone degli ebrei nel nazismo, ma questa incitazione all'odio produrrà e giustificherà solo violenza verso gay e lesbiche che, fino a prova contraria, sono cittadini di serie A come gli altri. L'unico pericolo che i gay pongono alla società è proprio verso gli immotivati privilegi economici e superstizioni ideologiche di cui la chiesa cattolica è immeritata destinataria. Con l'unica differenza che il movimento glbt usa la razionalità e la legge per parlare alla gente, mentre la chiesa cattolica usa ormai l'odio e la paura su basi religiose per mantenere i propri privilegi storici.